Lo spazio tra la croce e la tomba vuota, tra la morte e la vita piena!
Mi hanno profondamente colpita due immagini di questi giorni.
La prima, è il volto bendato ed insanguinato di Vittorio Arrigoni, il volontario italiano ucciso a Gaza.
La seconda è l'altare della mia chiesa spoglio di ogni ornamento durante il Venerdì Santo, con al centro solo il Crocifisso e un drappo rosso.
La prima immagine mi ha richiamato alla memoria la scena di Gesù nel Pretorio, coronato di spine, bendato e schiaffeggiato. Ho pensato a quanti, per tentare di rendere realtà il sogno di un mondo più giusto e solidale, subiscono ingiustizie e violenze. Gesù stesso è stato vittima della violenze di chi lo riteneva un intralcio ed un pericolo per i propri interessi ed obiettivi.
La seconda immagine mi ha fatto sentire la voragine che si sperimenta quanto il bene, coi suoi strumenti pacifici, soccombe al male e alla violenza.
Sembra che il bene seminato sia stato vano e che tutto sia perduto.
A cosa è servito l'impegno di Vittorio se, come sembra, alcuni tra quelli che lui aiutava lo hanno ucciso?
A cosa è servito predicare la buona novella, sanare i malati, se poi Gesù è stato rifiutato proprio dai suoi?
Eppure, in una maniera paradossale e scandalosa si ripete anche nelle nostre vite il mistero pasquale di morte e risurrezione che ha sperimentato Gesù!
La solidarietà e l'amore di Vittorio per un popolo sofferente sono stati amplificati dalla sua morte, e anche dalla testimonianza piena di dignità della sua mamma. Esperienza pasquale di un amore che non si ferma di fronte alla morte ma che, anzi, si espande non più trattenuto dal limite umano.
Di questa Pasqua voglio ricordare questa riflessione: una vita vissuta per amore, donata agli altri, è una vita eterna perché sa superare i limiti umani compreso quello estremo della morte.
Buona Pasqua a tutti!