domenica 27 ottobre 2013

Cresima

Condivido con voi il pensiero che ho voluto scrivere a mia nipote Benedetta in occasione della sua Cresima.


“Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito” (Giovani 3,8)


Lo Spirito Santo è libero e dona libertà.



Carissima Benedetta
oggi hai ricevuto la confermazione nello Spirito Santo, Spirito di Libertà.

Gli uomini, attraverso le leggi dello stato, ti riconosceranno maggiorenne solo a 18 anni.
Dio, attraverso il sacramento della Cresima, ti ha già riconosciuta adulta, in grado di decidere per te stessa (come sempre Dio si fida dell'umanità più di quanto gli uomini si fidino di loro stessi!).

Il mio augurio per te è, quindi, di maturare sempre più nella consapevolezza che il nostro Signore Gesù Cristo ci vuole persone felici perchè consapevoli e libere.

Prima di scegliere informati, studia, rifletti, prega, chiedi consiglio, ma alla fine decidi tu: non permettere che nessuno lo faccia al posto tuo!

Il Signore ti considera capace di scegliere e ti ha donato lo Spirito Santo, Forza d'Amore per farlo sempre mantenendo il cuore aperto.

Un abbraccio dalla tua madrina
Zia Cristina





giovedì 5 settembre 2013

Ode per zio Attilio



Ieri è morto un mio carissimo zio.

Ha avuto una giovinezza difficile lo zio Attilio.

Come tutti quelli della sua generazione - nati nei primi decenni del novecento - ha sperimentato la seconda guerra mondiale con annessa deportazione nei campi di lavoro.

Era rimasto orfano bambino e, forse proprio per compensare questa mancanza di “focolare”, ha sempre amato infinitamente sua moglie e i suoi figli dedicando la vita per il bene della sua famiglia.

Era un uomo semplice lo zio Attilio, non aveva potuto studiare, ma amava i bambini e ci faceva divertire quando eravamo piccoli recitandoci delle poesie e organizzando delle piccole sorprese.

Parlava a volte delle sue esperienze in guerra, ma mai in maniera drammatica. Le sofferenze – l’ho capito da adulta - si intravedevano in filigrana dietro il racconto di episodi allegri o buffi. Ma noi bambini, allora, non pensavamo al dolore e ridevamo delle facce ridicole che faceva sgranando gli occhi, gesticolando e modulando la voce.

Amava la natura lo zio Attilio e, fino a quando ha potuto, ha fatto lunghe passeggiate nei boschi e nei campi dedicate a raccogliere funghi, erbette e altre prelibatezze che zia Nilda cucinava maestralmente. Mi stupiva come riuscisse a trovare quei frutti della terra abitando in un quartiere di città e spostandosi per lo più a piedi: mi faceva pensare che avesse occhi che sapevano vedere cose che sfuggivano ai più.

Nella sua vita e nella sua malattia lo zio ha sempre cercato di vivere con benevolenza: sembrava fosse una sua dote innata, ma ora so che vivere con amore è anche e soprattutto scelta, non solo inclinazione.

Adesso che la sua avventura terrena si è conclusa, posso dire che la sua è stata una vita evangelica per la semplicità, la positività e l’allegria, per l’amore e la dedizione completa alla sua famiglia.

Questi sono i doni che lo zio Attilio ci ha lasciato, doni di amore che permettono alla sua vita di superare la morte, perché l’amore vince la morte e una vita vissuta per amore non muore!

Come premio speciale per la tua vita d’amore, caro zio, hai avuto il dono di morire nella tua casa circondato dall'abbraccio di tua moglie, dei tuoi figli e di tutti i tuoi cari.

Ora, dopo lunghissimi anni, avrai il dono speciale di ritrovare anche l’abbraccio della tua mamma.

Con affetto tua nipote



Spirito di Zoe

“Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita.”

Lo Spirito Santo è Signore come il Padre e come il Figlio.

Signore in italiano,
Dominus in latino,
Kyrios in greco
Adonai in ebraico... una parola per riferirsi a Dio senza pronunciare il suo nome proprio: il tetragramma sacro!

Lo Spirito Santo, essendo Dio come il Padre e come il Figlio, dona la vita.

In greco esistono due parole per definire la vita.

Bios = l'arco biologico che ha un inizio, un'evoluzione, una maturità, un declino ed una fine.
Zoe = la vita spirituale che può evolvere continuamente, anche quando la nostra dimensione biologica declina.

Lo Spirito Santo dona la zoe cioè la vita piena e senza tramonto, che continua anche oltre la fine della nostra vita biologica che è mortale. A proposito! Non avete mai notato che “vita mortale” è un ossimoro?

Tutti desideriamo una vita piena: non ci accontentiamo, non siamo mai sazi di amore, di bellezza, di pace.

Gesù ci dice che la sua missione è donarci una vita abbondante (Gv 10,10).

Il cristiano è chiamato ad agire secondo lo Spirito Santo, Spirito di Vita che promuove sempre la vita.

L'amore di Dio è come acqua viva che nutre la nostra vita.

Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio e noi – ci dice San Paolo nella lettera ai Romani - abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio che ci rendi figli di Dio (Rm 8, 9-14).

La figliolanza con Dio ci apre ad un rapporto di confidenza, di libertà, di fiducia nel Suo Amore che ci consente uno sguardo nuovo verso tutti gli altri esseri umani visti come fratelli e sorelle; e non solo verso gli esseri umani: ricordate il Cantico delle Creature di San Francesco?

Come diceva don Andrea Gallo di Genova ai ragazzi delle sue comunità: non siete obbligati a pregare il Padre nostro, ma se decidete di recitarlo ricordatevi che chiunque incontrate è un vostro fratello, una vostra sorella. Da qui non si scappa!!


sabato 24 agosto 2013

Prove tecniche di apertura mentale

Dopo molti, troppi mesi mi è venuta voglia di scrivere un post che dica qualcosa del mio percorso spirituale.
E' questo un tempo di grandi cambiamenti e di riscoperta della spiritualità, dopo anni di scorpacciata materialistica nei quali anche nella vita dei credenti la fede era emarginata in angolo nascosto ad occhi indiscreti.
La fluidità della struttura sociale e dei rapporti, ma soprattutto del pensiero, ci porta a rivedere il nostro modo di vivere la fede. Percepiamo l'inadeguatezza di una visione dogmatica che, se anni fa potevamo accettare abbastanza tranquillamente, ora dà l'impressione di essere fuori dal tempo.
Si sente con sempre maggior intensità l'esigenza di confrontarsi con altre esperienze che hanno conservato in questi millenni una maggiore tensione verso la dimensione spirituale della vita, non appiattendosi sulla prassi o su una visione solo morale della fede.
Alla luce di queste riflessioni desidero proporvi la visione di un film che contiene molti spunti interessanti: I giardini dell'Eden.
Alessandro D'Alatri, il regista, immagina gli anni che precedono la vita pubblica del Rabbi di Nazareth. Gesù ha viaggiato fino in estremo oriente e si è confrontato con altre fedi riconoscendo, oltre le diverse manifestazioni, la medesima essenza: Dio - Amore.
Buona visione!

prima parte

seconda parte






giovedì 31 gennaio 2013

Figlia del Figlio

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio, 3

tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura. 6

Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore. 9

Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ’ mortali,
se’ di speranza fontana vivace. 12

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ ali. 15

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre. 18

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate. 21

(Dante Alighieri, Divina commedia, Paradiso, XXXIII Canto)

Oggi vi propongo la parafrasi a modo mio di una delle più belle preghiere mariane che mi sia mai capitato di leggere, uscita dalla penna del poeta italiano per eccellenza, Dante Alighieri.

Siamo nell'ultimo canto del Paradiso. A Dante rimane il più importante passo da fare al termine del suo lungo e straordinario viaggio: vedere Dio.

Per questo motivo San Bernardo intercede presso la Madonna affinché permetta al poeta di completare il suo percorso, e inizia il suo discorso con questa preghiera.

Maria, tu sei vergine e madre, contieni in te la semplicità, l'attesa, la trepidazione di una vergine e la pienezza, la tenerezza, la comprensione di una madre.

Sei figlia del tuo figlio, cioè sei rinata a nuova vita da colui che hai fatto nascere, ti sei lasciata guidare diventando discepola di colui che, bambino, avevi guidato.

Sei un riferimento solido e stabile di consiglio ossia hai la capacità di sciogliere le nebbie del disorientamento e dell'indecisione in coloro che si rivolgono a te orientando le loro vite verso la vera realizzazione.

La tua umanità così semplice e piena ha fatto sì che Dio, che ha creato l'uomo, si innamorasse a tal punto della sua creatura da voler diventare uomo incarnato tramite te.

L'amore ha fatto del tuo ventre un nido caldo dove la vita è potuta germogliare, bella come un fiore.

In cielo noi beati (sta parlando San Bernardo) ti vediamo in tutta la tua bellezza d'amore pieno, in terra i mortali ti sperimentano come una fontana di speranza, come quella che c'è sulla piazza del paese dalla quale l'acqua zampilla vivace, che ti vien voglia di giocarci e che solo a vederla ti mette allegria.

Si dice volare sulle ali della speranza, ma se non ci rivolgiamo a te la nostra speranza non ha ali e rimane a terra, non può volare.

Il tuo amore è così premuroso ed attento che non aspetti che ti domandiamo aiuto, conforto, ma precedi spontaneamente le nostre richieste mille e mille volte, perché... spesso non sappiamo nemmeno esprimere i desideri più profondi che portiamo nel cuore... non li conosciamo.

Tutto quanto di più bello e di più buono esiste negli uomini e nelle donne, come capacità di comprensione, di condivisione della sofferenza e della gioia, di cuore grande e aperto agli altri, tutto questo è raccolto in te.

***

Che immagine viva, bella, appassionata della Madonna, lontana anni luce da quella dolente di certi santini che, vedendoli, ti viene da pensare... ma che disgrazia per Maria aver incontrato Dio... speriamo che non succeda a me!

Maria facci sempre sperimentare quanto sia meraviglioso incontrare Dio nella nostra vita, e non permetterci di rovinare, con le nostre paure e il nostro cuore “stretto”, la tua immagine e quella di tuo Figlio.




domenica 20 gennaio 2013

L'inizio dei segni


In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. (Gv 2, 1-12 – Vangelo della II Domenica del T.O. - Anno C)


Che bello questo racconto del Vangelo di Giovanni. Mi piace così tanto che l'ho scelto per il mio matrimonio, sfidando la tendenza degli sposi che non amano scegliere il vangelo delle nozze di Cana, forse perché c'è la disavventura del vino che viene a mancare.

Mi piace perché c'è tutto: la festa, il venir meno del vino che simboleggia la bellezza e l'entusiasmo che possiamo mettere nella vita e nei progetti; ci sono gli amici e la Madre, c'è Gesù che le risponde male, e la Madre - interessandosi più al cuore che alle parole del figlio - si comporta come se Gesù avesse risposto affermativamente alla sua richiesta d'aiuto; c'è la ritualità giudaica con la sua pesantezza spazzata via dal vino nuovo di Gesù.

Riprendiamo qualche punto:

Cosa c'è di più carico di promesse, di attese per il futuro e di buoni propositi che una festa di nozze!
Eppure può accadere che venga a mancare il vino. 

L'acqua serve per sopravvivere, il vino non è necessario, ma proprio il suo essere superfluo dà il senso dell'eccedenza. Il vino è simbolo di festa e di abbondanza.

In altre parole, pur partendo con le migliori intenzioni, nei nostri progetti di vita ci troviamo a volte senza energie, delusi o svuotati. Ecco l'occhio attento di Maria che, da buona madre, non si lascia sfuggire la difficoltà degli sposi. Lei non ha dubbi circa a chi rivolgersi nella difficoltà, ed invita anche gli altri (e noi) a rivolgersi al Figlio.

Quando incontriamo Gesù, portiamo a questo appuntamento tutte le nostre credenze, la nostra idea di Dio, tutto il vecchio che si è incrostato nel nostro cuore, pesante ed immobile come le sei anfore di pietra (Notate: “Sei” numero della imperfezione per eccellenza!)

Gesù arriva e riempie di festosa novità la nostra ritualità (si potrebbe leggere anche routine), una festosità generosa, eccessiva, incomprensibile (che se ne facevano a festa ormai finita di più di 600 litri di vino e per giunta buono?!)
Quando si fa autentica esperienza di Dio saltano tutti i calcoli (ricordate Maria di Betania che “spreca” profumo preziosissimo per i piedi di Gesù! Gv 12,3), non esiste più l'opportunità, ma solo amore, fiducia e speranza portate alla massima espansione. 

Anche situazioni compromesse non solo vengono recuperate, ma valorizzate oltre ogni aspettativa: ne è prova lo stupore del direttore del banchetto.

Che dire allora: vieni sempre Signore Gesù a riempire  col vino nuovo della festa  le nostre vite, a volte vuote come le sei anfore di Cana! E che sia solo l'inizio...