giovedì 13 ottobre 2011

Esserci!

Questa sera la navigazione mi ha portata ad incontrare più di un blog che genitori e nonni dedicano ai loro figli e nipoti morti in circostanze tragiche.

Ho pensato a quanto sia assurdo il dolore. Sempre, ma in special modo quello innocente.

“Perché?” è la prima parola che sale alle labbra.
Perché accade tutto questo?

Quante volte si è tentato, specie nei discorsi “religiosi” di dare una spiegazione ai drammi che accadono, siano una morte o una malattia:
“vedrai che sarà per un bene più grande... la tua sofferenza salverà tante anime”, e frasi simili.

Queste “giustificazioni”, oltre a sapere di “falso”, rischiano di ferire profondamente chi vive la sofferenza, trasmettendo l'immagine blasfema di un dio che ha bisogno di vedere soffrire un uomo per salvarne un altro.

Giobbe, tra le sue tante sfortune, ebbe anche quella di avere degli amici che, per consolarlo, lo affliggevano con tutta una serie di giustificazioni “ingiustificabili”.

17Perciò, beato l'uomo che è corretto da Dio:
non sdegnare la correzione dell'Onnipotente,
18perché egli ferisce e fascia la piaga,
colpisce e la sua mano risana. (Gb 5,17-18)

Giobbe, però, non sa che farsene del dio che gli mostra il suo amico Elifaz, un dio che sembra punire chi ama. Se è così, pensa Giobbe, è meglio che dio non lo “ami” di questo amore “mortale”. Piuttosto che avere un dio così è preferibile morire!

17Che cosa è l'uomo perché tu lo consideri grande
e a lui rivolga la tua attenzione
18e lo scruti ogni mattina
e ad ogni istante lo metta alla prova?
19Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
e non mi lascerai inghiottire la saliva?
21Perché non cancelli il mio peccato
e non dimentichi la mia colpa?
Ben presto giacerò nella polvere
e, se mi cercherai, io non ci sarò!». (Gb 7,17-19.21)

Le parole ruvide del sofferente sono viste dal secondo amico, Bidad, come una bestemmia verso dio. La sofferenza di Giobbe è senz'altro frutto del suo peccato perché il dio onnipotente e giusto non può lasciare in balia dell'iniquità chi è senza peccato!

Giobbe però, nella sua saggezza, sa che il dolore colpisce rei e innocenti, e che l'idea di un dio giudice finisce per schiacciare l'uomo:

15Se sono colpevole, guai a me!
Ma anche se sono giusto, non oso sollevare il capo,
sazio d'ignominia, come sono, ed ebbro di miseria.
16Se lo sollevo, tu come un leone mi dai la caccia
e torni a compiere le tue prodezze contro di me, (Gb 10, 15-16)

Anche il terzo amico, Zofar, pensa di avere la diagnosi giusta per il dolore di Giobbe ed è quella di dire che l'uomo non può capire i piani di Dio. Giobbe, oltre ad essere sofferente, è anche presuntuoso perché vuole capire il perché del suo dolore, ma Dio non si può capire:

7Credi tu di poter scrutare l'intimo di Dio
o penetrare la perfezione dell'Onnipotente?
8È più alta del cielo: che cosa puoi fare?
È più profonda del regno dei morti: che cosa ne sai? (Gb 11,7-8)

Chissà perché, ma di fronte al dolore - come gli amici di Giobbe- ci sentiamo obbligati a giustificare, a dire, a spiegare.
Forse perché è troppo scandaloso il dolore...
Ma le parole non bastano, anzi non servono!!

Alla fine Dio rimprovererà gli amici di Giobbe per aver detto su di Lui cose non vere.

Dopo che il Signore ebbe rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz di Teman: «La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe. 8Prendete dunque sette giovenchi e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi e io, per riguardo a lui, non punirò la vostra stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe».
(Gb 42,7-8).

Di fronte alla sofferenza rimane solo la presenza solidale, che sa com-patire cioé condividere il dolore.

In altre parole… esserci!

P.S. Questo post è dedicato a Ornella Gemini, mamma di  Niki Aprile Gatti, e alla sua lotta per conoscere la verità sulla morte del figlio.  

1 commento:

  1. Vi ringrazio tanto per avermi dedicato questo spazio e per la lucidità del vostro post!!
    Quello che avete scritto è profondamente Vero.... Le persone.... gli Amici ....dovrebbero limitarsi ad Amarci...non ci sono parole per lenire tanto dolore...non abbiamo bisogno di sentirci dire questo o quello...abbiamo bisogno solo di un abbraccio fraterno...il resto non è rilevante..non per il nostro cuore devastato.Il Dolore è qualcosa che va oltre l'umana sopportazione ed immaginazione ed inoltre il terreno del dolore è un terreno sacro....bisognerebbe entrarci in punta di piedi...ecco come avete fatto voi per esempio.
    Niki era la mia vita e la mia sopravvivenza è qualcosa che non mi da pace nè di notte nè di giorno....La mia Lotta è altro, la Verità e la Giustizia in un paese civile non dovrebbe essere richiesta, dovrebbe essere assicurata!
    Mio figlio non si è suicidato e dovranno dirmi che cosa è accaduto....lotterò fino all'ultimo giorno e fino all'ultimo mio respiro!
    Vi ringrazio ancora, anche se la storia piu' bella l'abbiamo vissuta io e Niki nei suoi 26 anni di Vita....Lui mi ha insegnato ad Amare con il suo venire al mondo!! La vita non si eredita dai propri genitori, ma si prende in prestito dai propri Figli!
    Vi abbraccio
    Ornella

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