martedì 20 marzo 2012

Grandi e piccoli


Come le altre guide e fondatori di religioni, Gesù sperimentò la Realtà Ultima come potenza dell'amore. Ciò che però costituiva lo specifico dell'esperienza di Gesù era che questo Dio, che ama tutti, nutre un amore particolare, forse possiamo dire “preferenziale” o più urgente, per quelle persone che in ogni società sono state calpestate, emarginate, trascurate, o sfruttate. Gesù incarnava questo amore insistente, preferenziale per i poveri, gli affamati, gli emarginati, al punto di morire come uno di loro. E, come uno di loro, sarebbe stato eliminato il giorno in cui si fosse azzardato a svegliarsi e a criticare i poteri dominati. Il Dio incarnato in Gesù soffre non soltanto per le vittime del mondo: questo Dio soffre come loro e con loro. Penso si possa dire che in questo stia il contributo originale che i cristiani possono fornire al dialogo con altre religioni. 
Questo brano che vi propongo si trova nel libro di Paul Knitter “Senza Buddha non potrei essere cristiano”, Fazi Editore, pagg. 166-167, di cui vi ho offerto uno spunto anche qualche post fa.

Mi sembra una riflessione molto attuale in un momento, come questo, in cui sempre più persone vivono, a causa della crisi economica, situazioni di disagio e di disperazione.

In questo momento, come non mai, noi cristiani laici -insieme alla gerarchia della Chiesa- dovremmo essere espressione dell'amore preferenziale di Gesù per i poveri e i calpestati.

Vedo invece, e ne sono turbata, che le gerarchie della nostra Chiesa Cattolica in questo tempo difficile sono come silenti. Non sembrano partecipare al dramma di tanti fedeli, se non con parole che suonano lontane e formali.

Rifletto allora che se un cambiamento, una conversione della nostra Chiesa ci sarà, potrà partire solo dal basso, come fu al tempo di Gesù.
Anche allora le grandi decisioni passavano per i circuiti dei re, dei sommi sacerdoti e degli anziani del popolo, ma Dio scelse una ragazzina di una cittadina sperduta per far nascere il suo Figlio Unigenito.

Gesù, durante la sua vita, pur interessando molto i grandi che lo volevano incontrare (vedi l'incontro con Nicodemo o la curiosità suscitata in Pilato), scelse di condividere la sua vita con la gente del popolo, coi peccatori e le prostitute, coi malati, tutte persone emarginate, insegnando ai sui discepoli che la vera grandezza sta nel servizio dei fratelli.

26Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. (Luca 22,26) 
Chiediamo al Signore di convertire il nostro cuore e di farci diventare veramente suoi discepoli.

Buona Quaresima a tutti.












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